Dal tempo sospeso dal nuovo altro arrivano precisi gli artigli vestiti di fame paura negli occhi grandi che spogliano un corpo già nudo per farne un ricordo si piega la carne sul bianco che schizza e non chiedi più è la liturgia del tragico che toglie i vestiti e non svela il gioco E mentre ero li la notte non ebbe il cuore di chiudermi gli occhi in fondo io non ho nulla di cui lamentarmi in fondo sono ancora vivo in fondo la partenza non si risolve con il ritorno in fondo non c'è fuoco che si vuole estinguere in fondo non posso smettere di cercare non dovrei più tornare indietro non dovrei più voltarmi infondo dovrei imparare a disimparare in fondo abbracciami senza dire niente perchè volevo dirti... che importa se ci impiccheranno confusa ed ubbidiente la mia mano riempiva i tuoi sensi e non ci credere che ti farà male m'insegnavi l'amore fuggendo distante in fondo cosa vuoi che sia qui tutti andiamo alla deriva sfidando l'oscurita senza saperne niente E mentre ero li la notte non ebbe il cuore di chiudermi gli occhi guardami, io sono la tua stessa ombra l'eco che ritorna indietro e poi soltando evapora l'incanto e la sopraffazione che si fanno complice il vetro dietro il quale la paura ti farà vivere la gorgone che punta dritto all'anima le parole che non sai dire e non puoi dire la colpa che riderà delle tue emozioni pure il veleno nel tuo sangue che tu dovrai conoscere come una fiamma che brucia